Dicembre 7, 2017

Lenti invernali, non solo fashion ma anche requisiti tecnici per il benessere dello sguardo

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Proteggere i propri occhi dal sole è un imperativo a cui attenersi non solo in piena estate, quando il calore e la salsedine affaticano lo sguardo, ma anche in inverno, tra riflessi ghiacciati e sciate in montagna.

Gli esperti concordano nell’affermare che se la quantità di raggi ultravioletti in grado di penetrare l’atmosfera terrestre è minore nel periodo invernale – da ottobre a marzo – il rischio di esposizione può aumentare del 50% in presenza di agenti atmosferici quali, ad esempio, la neve. I raggi UVA e UVB sono infatti due tra i principali responsabili dell’arrossamento della cornea e in casi estremi, laddove si affianchino a una predisposizione genetica, di tumori intraoculari: non è dunque un caso che oftalmologi, ottici e professionisti della vista raccomandino caldamente l’utilizzo di lenti solari anche nella stagione fredda. E la scelta dell’occhiale deve essere ben ponderata: se la vanità strizza l’occhio a scelte più fashioniste ma di certo meno funzionali, l’Associazione Federativa Nazionale degli Ottici Optometristi Federottica raccomanda prudenza.

La montatura deve essere sempre ben aderente alla radice del naso, adattandosi alla dimensione e alla fisionomia del volto, per evitare che la luce penetri dall’alto o lateralmente. Non si può neppure rinunciare alla qualità ed è fondamentale la presenza della marcatura CE, che garantisce una protezione di almeno 380 nanometri, livello minimo imposto dalle direttive comunitarie. Neanche la scelta del colore deve essere lasciata al caso. In base alla quantità di raggi UV che riflettono, le lenti possono essere suddivise in quattro categorie, dalla meno protettiva S1 alla più efficace S4, e la loro sfumatura gioca un ruolo fondamentale in questa classificazione: grigio o marrone poiché, a differenza di quello estivo, l’occhiale invernale predilige i toni scuri.

E se le lenti “da città” consentono qualche piccola ingerenza modaiola, le maschere da montagna non ammettono replica e vanno scelte in linea con le prescrizioni dell’ottico. Antifog, con sistemi di ventilazione e riciclo dell’aria ottimali, ad effetto specchio per minimizzare i riflessi di superfici abbaglianti come ghiaccio e neve: i dottori dello sguardo raccomandano un livello di protezione S3 o S4, da stabilire in base a fattori quali altitudine e sensibilità specifica del proprio occhio. La sfida degli artigiani dell’occhiale è dunque quella di coniugare piacevolezza estetica con esigenze tecniche e di benessere ben più restrittive.

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