Marzo 19, 2020

Chieri, nidi privati al collasso: “Non esistono famiglie di serie A e di serie B”

CHIERI – Senza rette rimangono le spese ed un orizzonte incerto che porta dritto al collasso. Sono oltre 40 i dipendenti che ruotano attorno alle 5 strutture private di prima infanzia: 4 nidi e un baby parking. In tutto 148 bambini seguiti, per un totale di altrettante famiglie.
Il protrarsi dell’emergenza Coronavirus rischia seriamente di mettere in pericolo la tenuta del sistema dei servizi educativi per l’infanzia gestiti da privati, ma soprattutto incide sui lavoratori delle strutture. Da qui l’appello delle titolari che in questi giorni hanno incontrato l’assessore all’istruzione di Chieri, Antonella Giordano insieme a Manuela Olia, consigliera di maggioranza con deleghe ai servizi per l’infanzia.
«Gli asili nido sono essenziali per le famiglie quando entrambi i genitori sono lavoratori ed hanno figli piccoli – sottolinea subito Viviana Tarantino, portavoce delle 5 strutture e titolare del baby parking “La Tana delle Birbe” insieme a Daniela Gemello – Soprattutto se non possono avvalersi del supporto dei nonni. Le strutture private inoltre offrono orari più flessibili, spesso meglio compatibili con gli orari chi lavora su turni o distante e ha necessità di orario più flessibile». 

Nidi privati

Elisa Rullo, Micronido “7 Nani”

Così Gemello e Tarantino si sono unite in una sorta di coordinamento con il Micronido “Bimbi a Bordo” di Alessandra Botta, il Micronido “7 Nani” di Elisa Rullo e la Casa nel Bosco di Federica Aicardi, Chiara Menzio, Antonella Fania e Serena Fantinato per far fronte a questa terribile emergenza e fornire delle risposte unitarie alle famiglie e tentare di arginare i danni.
«Tutte le nostre strutture, il baby parking e i quattro asili nido, sono forzatamente chiusi dallo scorso 24 febbraio – continua Tarantino- e stanno fronteggiando una grave crisi economica dovendo sostenere delle spese ingenti per il mantenimento delle strutture e per gli stipendi del personale».

I nidi privati, servizi essenziali per le famiglie

Delle 148 famiglie coinvolte nella maggior parte dei casi entrambi i genitori lavorano e hanno subito la nostra chiusura forzata.
«Ad oggi la maggior parte delle famiglie ha versato la retta di marzo sulla base della fiducia. Con la speranza che il servizio si ripristinasse nella seconda metà del mese – prosegue Tarantino – Purtroppo i comunicati dello slittamento della riapertura scolastica sono arrivati a singhiozzo e così le famiglie hanno sostenuto una spesa senza averne goduto il servizio».

Nidi privati

Alessandra Botta, micronido “Bimbi a Bordo”

Ma a differenza della strutture pubbliche dove le rette saranno rimborsate o sospese grazie ai fondi comunali destinati dal Governo alla fascia di bambini dagli 0 ai 6 anni di età, le strutture private non hanno alcuna agevolazione e a rimetterci o sono le famiglie o sono le strutture.
«Nei giorni scorsi abbiamo incontrato l’Assessore Giordano e la consigliera Olia – spiega la titolare del baby parking – per segnalare la grave situazione che ci troviamo a fronteggiare. La risposta del Comune è stata solerte e propositiva. Confidiamo che il Sindaco solleciti per noi, presso la Regione, l’attivazione di misure di aiuto straordinarie. Questo in parte ci rassicura, ma non è sufficiente, servono aiuti immediati».

Le difficoltà dei lavoratori delle strutture private per l’infanzia attualmente chiuse

Le preoccupazioni della titolare del baby parking sono rivolte alla situazione dei lavoratori delle strutture private per l’infanzia. Non sottovaluta neanche le difficoltà delle famiglie che possono contare su un orario dei nidi privati esteso dalle 7,30 alle 19
«La situazione è critica. Siamo una quarantina di persone che rischiano il posto  – prosegue Viviana Tarantino – e  siamo troppo piccoli per avere degli ammortizzatori sociali. Non abbiamo avuto la possibilità di capire come accedervi e oltretutto anche i consulenti del lavoro sono impreparati. Siamo comunque delle imprese atipiche. Nelle strutture private per l’infanzia alcuni lavoratori sono a tempo indeterminato, altri sono a tempo determinato e a progetto. Non è giusto che questa emergenza finisca per distruggere economicamente le nostre attività, che hanno un ruolo fondamentale nei servizi alla cittadinanza. E’ non neanche giusto che, per riuscire a sopravvivere, il peso dei nostri costi finisca inevitabilmente sulle nostre famiglie. Per questo chiediamo che nell’erogazione dei contributi non ci siano “famiglie di serie B” e imprenditrici che rischiano di chiudere definitivamente le attività».
In tutta Chieri, cancelli e portoni dei nidi privati si stanno colorando di striscioni. Sono disegnati da educatrici e bambini e riportano un arcobaleno e la scritta “Andrà tutto bene”. Un simbolo di positività e di fiducia ma anche di sensibilizzazione verso la grande difficoltà che queste strutture stanno affrontando da quasi un mese.
«Siamo fiduciose che le Istituzioni non ci abbandoneranno. E’ di queste ore la notizia che la Regione ha stanziato 15milioni di euro in favore delle scuole private e delle famiglie e siamo in attesa di capire come e con che misura questi soldi saranno gestiti».

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